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~Life.
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Regia: Alastair Fothergill e Mark Linfield
Anno: 2012
È piccolo, curioso e vulnerabile. Impossibile non farsi conquistare.
Prodotto dalla Disneynature e diretto da Alastair Fothergill e Mark Linfield, Chimpanzee è un documentario sulla vita di un giovane scimpanzé nella foresta Africana. Il film è stato proiettato per la prima volta in Europa lo scorso 3 maggio. In Italia si dovrà aspettare per vederlo doppiato .Quello che già sappiamo è che non deluderà le aspettative del pubblico.
Oscar, un piccolo esemplare di scimpanzé, vive con la madre e il suo branco nella foresta del Tai National Park in Africa. Durante uno scontro con un branco rivale la mamma di oscar viene uccisa e il cucciolo si ritrova ad affrontare il mondo senza una guida. Riuscirà Oscar a sopravvivere? Il branco lo abbandonerà al suo destino? La sua storia farà riflettere sulla straordinaria capacità emotiva del mondo animale. Le iterazioni tra Oscar e il resto del branco non solo affascinano ma ci insegnano l’importanza dei legami affettivi in questa specie di mammiferi. Non mancano i momenti divertenti dai i tentativi del piccolo Oscar di rompere le noci ai i suoi primi salti tra gli alberi.
Come per tutti gli altri documentari della Disneynature (Earth-La nostra Terra, 2007; Oceani 3D, 2009; Il mistero dei fenicotteri rosa, 2008;African Cats – Il regno del coraggio, 2011) le immagini di Chimapanzee sono accompagnate da una voce extradiegetica: Tim Allen, in passato la voce di Buzz Lightyear in Toy Story (1995).
Chimpazee ha richiesto un lungo periodo di riprese: ben 4 anni nella foresta africana nel Tai National Park. L’equipe ha dovuto patire la fatica e il caldo umido della foresta africana. Mal la sofferenza è stata alleviata dalla natura interessante dei soggetti ripresi.
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Un soggetto interessante e una buona regia non fanno un documentario. L’elemento fondamentale è la fotografia. A dirigere la fotografia di Chimpanzee lavorano Bill Wallace e Martyn Colbeck. Girare un film sugli animali selvatici può rappresentare una grande sfida per gli operatori se la location è una foresta tropicale. Per questo motivo il team della Disneynature si è procurato un’attrezzatura robusta e leggera: una Panasonic AJ-HPX3700. Questa telecamera registra su cassetta e non su pellicola permettendo un tempo più lungo di ripresa e una maggiore resistenza all’umidità e alle alte temperature. Superato il problema della portabilità, l’equipe ha affrontato il problema della luce. Vegetazione fitta vuol dire poca luce, a cui si aggiunge il colore scuro degli scimpanzé. La scelta dei tecnici è quindi ricaduta su un teleobiettivo in grado di lavorare in condizioni di bassa luce, che potesse mantenere con lo zoom un minimo d profondità. Alle immagini della telecamera a mano si affiancano le panoramiche aeree che danno l’idea dell’immensità del paesaggio africano.
Disneynature è una chimpanzeedivisione della Walt Disney Pictures, fondata nel 2008. Questa sezione può essere considerata un unicum nelle produzioni disneyane. Né i film d’animazione né i lungometraggi di oggi conservano un legame fedele alle creazioni originarie di Walt Elias Disney. L’idea di filmare la natura e impacchettarla come un vero e proprio film nasce nel lontano 1948. In questi anni la Walt Disney Company soffre un periodo di crisi di investimenti e Walt Elias Disney è alla ricerca di qualcosa di nuovo e a budget ridotto. Le riprese dei cerbiatti registrate durante la produzione di Bambi, 1942 (che sarebbero servite agli animatori per lo studio dei movimenti) lo convincono della potenzialità di una produzione documentaristica. Così nel 1948 viene assunta una coppia di operatori per riprendere la vita degli animali in Alaska. Il risultato è un cortometraggio,Sea Island, che darà inizio a una serie di documentari naturalistici: le True-Life Adventures, 1948-1960. Colonna sonora ad hoc, voce narrante e una storia sono gli elementi che si possono trovare tutt’oggi nei documentari della Disneyani.
Chimpanzee è un film per tutti. Consigliata la visione al cinema per godere della bellezza spettacolare dei paesaggi africani. A fare di questo documentario un lungometraggio originale contribuiscono la colonna sonora di Nicholas Hooper, l’umorismo della narrazione e ovviamente lui, Oscar, con la sua dolcezza magnetica.
Fonte:cinemacritico
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Dalla trama il piccolo Oscar mi fa già una tenerezza assurda!;u; .
